Trento pigliatutto

Rubrica: Ricerca & innovazione

Gli atenei siciliani, abbiamo trattato l’argomento proprio in questo numero, faticano a imporsi come “ponti” con il mondo accademico nordafricano e mediorientale, nonostante una vicinanza – culturale e geografica – che, almeno sulla carta, dovrebbe facilitare l’incontro. Fortunatamente però in Italia è possibile anche imbattersi in Università che mostrano una maggiore capacità di relazione con atenei esteri. E’ il caso dell’Università di Trento, che ambisce a diventare un punto di riferimento nella collaborazione scientifica con il Sud Est asiatico.

Dal 1994 infatti alcune importanti Università del vecchio continente si sono unite alle emergenti realtà orientali in un consorzio internazionale, ASEA-Uninet. L’Ateneo di Trento si era già ritagliato un ruolo importante nel 2001, anno in cui era la sola Università italiana a far parte della rete (oggi ne fanno parte anche l’Ateneo di Genova e il Politecnico di Milano) ma questa collaborazione è destinata ora a diventare ancora più forte: infatti al professor Piniti Ratananukul, Segretario Generale della Commissione per l’Alta Formazione del Governo thailandese, è succeduta, in qualità di presidente del network, la professoressa Carla Locatelli, dell’Università di Trento appunto.

La nomina è stata peraltro caldeggiata dalle università austriache, segno di una particolare abilità dell’ateneo trentino non solo nell’intrattenere relazioni con il Sud Est asiatico, ma anche con la più vicina realtà mittel-europea. Se poi si tiene conto del fatto che, appena qualche giorno prima dell’annuncio di questa prestigiosa nomina, l’Ateneo di Trento aveva annunciato anche una collaborazione maggiore con la Bielorussia, con cui è già in stretto contatto dal 2000, è naturale congratularsi con i vertici dell’Università di Trento per l’abilità dimostrata nelle relazioni internazionali.

Se soltanto altri atenei prendessero esempio da quello trentino…

Manfredi Pomar
(marzo 2010)