L’uomo giusto al momento giusto

Rubrica: Ateneo palermitano

E’ sufficiente guardare i bilanci delle università italiane per rendersi conto che la condizione non è certamente idilliaca. Roma taglia le risorse economiche e sono numerose le università che oggi si ritrovano con l’acqua alla gola, pronte a dichiarare fallimento. Non se la passa bene neanche l’ateneo palermitano che nel 2009 ha visto arrivare dalla capitale sette milioni di euro in meno.

Ovviamente quando i fondi scarseggiano i tagli sono inevitabili. Giusto per rendere l’idea: i dipartimenti a Palermo diventeranno la metà, passando dagli attuali 81 ad appena 40; anche le aree dirigenziali subiranno una contrazione, passando da 13 a 9. Di certo non si può dire che l’attuale rettore dell’Ateneo, Roberto Lagalla, abbia ereditato una situazione felice, anche perché resa ulteriormente complicata da scelte ministeriali che rendono inevitabili i sacrifici.

Per fortuna c’è spazio anche per notizie confortanti. Lo scorso 26 febbraio, alla conferenza generale dell’Università, il rettore ha annunciato l’aumento di assunzioni (58 ricercatori), la proroga biennale degli assegni di ricerca e l’apertura serale delle biblioteche di facoltà. Interventi modesti ma significativi. Ecco perché, salvo sporadiche contestazioni (come quella dei laureandi), l’operato di Lagalla è apprezzato proprio dagli studenti dell’Università, così come da molti docenti. Un consenso fondato su una volontà comune: non piegarsi alla rassegnazione.

La speranza è che si prosegua su questa strada. Col vittimismo non si risolve nulla, bisogna invece rimboccarsi le maniche e Lagalla – lo sta dimostrando – è l’uomo giusto al momento giusto.

Matteo Ferrante
(marzo 2010)