Ancora irregolarità a Catanzaro

Rubrica: Malauniversità

«Dubium sapientiae initium» – il dubbio è l’inizio della sapienza – recita il motto dell’Università “Magna Grecia” di Catanzaro. Un assunto più che condivisibile se si ritiene corretto ciò che scriveva Bertrand Russel a proposito di dubbi e stupidità, e cioè che «la cosa seccante di questo mondo è che gli imbecilli sono sicuri di sé, mentre le persone intelligenti sono piene di dubbi».

Eppure gli studenti dell’Università di Catanzaro mormorano: corre voce che quel motto non valga per tutti. Da svariate altre parti d’Italia in molti sembrano essere della stessa opinione. Nord, sud, ovest, est: in tutto lo Stivale è possibile imbattersi in atenei dove, per una ristretta cerchia di eletti, non sono i dubbi ad alimentare la conoscenza, ma i brogli.

A Catanzaro lo sanno bene, non è la prima volta che l’Ateneo calabrese balza alle cronache per violazioni nella selezione degli studenti e recentemente sono emerse nuove presunte irregolarità. Stando alle indagini, nell’arco di tre anni accademici (2005-2006, 2006-2007, 2007-2008) sarebbero stati compromessi i risultati dei test di ammissione della Facoltà di Medicina e Chirurgia, di Odontoiatria e di Veterinaria.
Per questa ragione i carabinieri del Comando provinciale hanno eseguito alla fine dello scorso marzo 19 provvedimenti restrittivi; secondo gli inquirenti si prefigurano, a vario titolo, diversi reati, primo fra tutti quello di peculato. Secondo le ricostruzioni, infatti, il materiale veniva letteralmente sottratto dagli immobili dove erano custodite le prove d’esame, grazie al supporto degli addetti alla vigilanza.

Un sistema strutturato ad arte sul quale gli inquirenti stanno ora cercando di fare chiarezza.
Se è vero quanto sostiene l’Ateneo calabrese nel suo motto, c’è solo da aspettare fiduciosi.

Sara Pennisi
(aprile 2010)