Chiarimenti

Rubrica: Lettere al direttore

Riceviamo e pubblichiamo.


Buongiorno,
ho letto l’editoriale dell’ultimo numero di Ateneo Palermitano, sul petrolio che si troverebbe sotto le Egadi. In un primo momento ho creduto che a scrivere non fosse un siciliano, chi conosce la bellezza della nostra terra non dovrebbe sostenere certi interessi. Dopo una breve ricerca ho appreso che l’autore dell’articolo è proprio un giornalista “nostrano”. Non voglio offendere nessuno ma per me è un controsenso. Non ha visto che cosa sta accadendo negli Stati Uniti? Come può augurarsi che l’estrazione di petrolio avvenga anche nei nostri mari?
Gradirei sapere come riesce a coniugare le due cose.

Laura Scimeca


La prima cosa che ci tengo a sottolineare è che non mi sento minimamente offeso da queste parole, anzi ringrazio la lettrice per aver voluto condividere la sua opinione con noi. Fatta questa premessa, credo che si sia frainteso il senso dell’articolo. Non mi interessava sollevare un polverone sul fatto se fosse giusto o meno estrarre petrolio vicino le coste siciliane; la mia critica era rivolta a chi avrebbe dovuto spendere qualche parola sulla questione e non l’ha fatto, nonostante – ulteriore aggravante – la “scoperta” in realtà fosse datata.

Il sindaco di Favignana sta già cercando di coinvolgere il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo – da buona siracusana se ne interesserà sicuramente – e sulla tutela ambientale delle Egadi si è scritto tanto, anziché unirmi al coro ho preferito inquadrare la questione da un’altra prospettiva. Io preferirei avere delle risposte dal Ministro dello sviluppo economico (posto tuttora vacante, dopo le dimissioni di Scajola): se proprio deve esserci questa attività d’estrazione qualcuno può spiegarmi perché non se ne sta occupando l’Agip Petroli, già attiva nell’area anni fa, ma la Shell? Per quale motivo l’Agip, all’epoca, ha poi abbandonato il progetto? Qual è l’effettiva situazione al largo delle Egadi? Nessuno sembra in grado di darmi risposte esaurienti in merito ed è questo silenzio che rimprovero.

m. p.
(giugno 2010)