Questione di metodo

Rubrica: Mondo accademico

La precisazione è doverosa: chi scrive non è mai stato un grande estimatore di un potere centrale forte e assoluto. La letteratura a disposizione di chi prova una naturale avversione per il Leviatano è varia e molto ricca, difficile non venirne rapito. Tuttavia basta guardare all’Italia per rendersi conto che, a volte, neanche l’autonomia funziona se mancano le giuste premesse. Questione di mentalità. Non c’è nulla di intrinsecamente sbagliato nel decentramento dei poteri – tant’è che altrove funziona benissimo – il vero problema è un altro e riguarda il metodo.

L’autonomia universitaria , per esempio: pur partendo da premesse giuste, è diventata la causa principale del dissesto del nostro sistema universitario. In assenza di una classe dirigente capace e responsabile nessuna forma di autonomia può funzionare. In Italia chi rivendica maggiore autonomia, nella stragrande maggioranza dei casi, è in malafede. L’esperienza insegna. E’ così che si sono consegnati prestigiosi Atenei nelle mani di chi ha anteposto l’interesse personale (e dei propri familiari) alla buona gestione delle Università. E’ un vizietto tipicamente italiano che riguarda un po’ tutta la pubblica amministrazione.

Stando così le cose, la riforma universitaria non è soltanto una delle importanti questioni da dirimere nei prossimi mesi, ma una priorità assoluta. Tuttavia le modifiche introdotte col disegno di legge Gelmini – modifiche che rischiano inoltre di non essere approvate, vista l’attuale instabilità politica – non bastano a riformare seriamente lo stato delle cose e questo proprio perché non si risolve il nodo più importante: quello riguardante la gestione dei rapporti di potere all’interno degli Atenei. Non è più ammissibile che alcuni rettori facciano il bello e il cattivo tempo, sostenuti da docenti corresponsabili della cattiva gestione della cosa pubblica. Proprio perché in assenza di una classe dirigente capace e responsabile nessuna forma di autonomia può funzionare, è importante darsi finalmente un metodo. La sola strada percorribile: una maggioranza di membri esterni all’interno degli organi di governo.

m.p.
(settembre – ottobre 2010)