Pil trentino: incremento annuo del 3%, grazie alla ricerca

Rubrica: Ricerca & innovazione

Su queste pagine l’abbiamo scritto più volte e non ci stancheremo mai di ribadire il concetto: lo sviluppo di un Paese non può fare a meno di investire in innovazione, ancor di più in un periodo post-crisi come quello che stiamo vivendo, quando diventa necessario dare una nuova spinta all’economia. Chi non si fidasse neppure degli appelli a sostegno della ricerca del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano allora può passare in rassegna qualche dato ufficiale a sostegno della tesi qui sostenuta con tanto ardore.

E’ sempre l’attivissimo Trentino a dare il buon esempio.
Una ricerca dell’Osservatorio permanente per l’economia, il lavoro e la valutazione della domanda sociale (Opes) ci informa che, dati alla mano, la ricerca ha contribuito a un incremento annuo del 3% del prodotto interno lordo provinciale del Trentino. Il contributo è arrivato dai due principali istituti di ricerca della zona, l’Ateneo e la Fondazione Bruno Kessler. La notizia, oltre a rimarcare l’impatto dalla ricerca sulla produzione di ricchezza, conferma anche il ruolo di prim’ordine che devono giocare proprio le istitutizoni universitarie, di cui spesso fanno notizia gli sprechi ma che di fatto rappresentano interessanti potenzialità per lo sviluppo economico del Paese.

«Investire sul capitale umano, sull’alta formazione e sulla ricerca» ha detto, commentando i dati Opes, il Presidente della Provincia autonoma di Trento Lorenzo Dellai «fa parte della politica strutturale del Trentino».
E noi ancora una volta speriamo che presto altre aree del Paese si decidano a seguire i passi…

Manfredi Pomar
(gennaio – febbraio 2011)