Custode e vindice

Rubrica: Editoriale

Con questo editoriale si apre un nuovo capitolo della storia di Ateneo Palermitano. Francesca Patanè non è più tra noi e sarò io, in qualità di nuovo direttore, a portare avanti il suo giornale.
Questo ovviamente comporterà alcuni cambiamenti. Il più immediato, quello estetico, è sotto i vostri occhi, ma non è il solo. Per esempio – anche se sarebbe più corretto parlare di un ritorno alle origini – cambierà nuovamente la periodicità della testata: eccezion fatta per questo numero e per quello estivo Ateneo Palermitano tornerà ad essere un mensile.

Vogliamo invece che la linea editoriale del giornale resti quella di sempre.
Promuoveremo su queste pagine le iniziative lodevoli – come è giusto che sia – ma denunceremo, senza timore alcuno, i casi di malauniversità che avviliscono il nostro sistema universitario.
Onestà intellettuale, autonomia di giudizio, diritto di critica: sono tutte parole che oggi non sembrano significare nulla ma a cui noi vogliamo credere ancora.
Meglio essere démodé che privi di un ideale a cui tendere.

Ma torniamo a Francesca. De mortuis nihil nisi bonum, dicevano gli antichi: non sta bene parlare male dei morti, quindi chi ha da qualcosa da recriminare taccia piuttosto che dire stupidaggini.
Sono certo che alla notizia della morte di Francesca, nel rispetto dell’antico detto, nessuno avrà esultato. Ma allo stesso modo sono sicuro che qualcuno un piccolo sollievo – intimo, inconfessabile – l’avrà pur provato, perché quella di Francesca era una voce libera e da sempre le voci libere trovano l’opposizione di chi ha l’interesse a tenere nascoste verità scomode.

Ebbene, è a queste persone che dedico l’editoriale, a voi lancio un monito. Non esultate troppo presto. A farvi tremare deve essere una certezza: ora Francesca sarà per noi un alleato ancora più forte. Dovunque si trovi adesso, sarà comunque custode e vindice.

Manfredi Pomar
(dicembre 2009/gennaio 2010)