settembre 2006 numero 57

attualità
Telefonate minatorie a Maurizio Oddo
Le intimidazioni per convincerlo a desistere dal denunciare la malauniversità palermitana

di  Francesca Patanè

Maurizio Oddo, uno dei tanti involontari protagonisti di casi di malauniversità (nella fattispecie, palermitana), la cui storia ha già trovato spazio nelle pagine del nostro giornale (numeri di giugno e luglio),  è stato oggetto di telefonate minatorie per aver più volte denunciato la mancanza di trasparenza dell'Ateneo nelle procedure concorsuali per il reclutamento di professori associati e ricercatori.

A spingere Oddo sulla strada delle denunce - giudiziarie, ma anche "mediatiche", con il coinvolgimento degli Organi di stampa - la scelta delle Commissioni esaminatrici, nominate in regime di assoluto monopolio, e gli stessi risultati concorsuali, prevedibili - secondo Oddo - al punto da averli annunciati per iscritto prima dello svolgimento delle prove di esame.

L'ultima denuncia, inviata alla Procura della Repubblica di Palermo e che val la pena di leggere per i numerosi dettagli che contiene, è dello scorso 12 settembre: nel mirino, oltre alla docente che secondo Oddo tiene le fila dell'intera malagestione, anche "gli ignoti" che in forma anonima e con voce contraffatta lo hanno minacciato.
E il 12 settembre Oddo fa partire anche un'altra lettera, stavolta in direzione del rettore dell'Ateneo Giuseppe Silvestri - l'ultima delle tante rimaste per mesi senza risposta - narrandogli i fatti (comprese le recenti telefonate minatorie) e chiedendogli una presa di posizione ufficiale sull'intera vicenda perché - come scrive lo stesso Oddo - "non è più possibile tacere su questi fatti che realmente portano disdoro ad un Ateneo così prestigioso come quello palermitano".

Il rettore, intanto, l'8 settembre decide di rispondere alle lettere precedenti ancora inevase, ma liquida la questione con una frase a effetto che mostra un'idea di Università ben lontana dalla reale, contestata sulla stampa anche dallo stesso ministro Mussi ("L'Università? E' un bordello" - "L'Unità", 20 settembre 2006): "... lo svolgimento dei concorsi è soggetto a regole ben precise che non è consentito a nessuno, neanche al rettore, ignorare".

Nel balletto incrociato di lettere l'ultima mossa (almeno fino a questo momento) è di Oddo, che rintuzza, "sbalordito ed attonito", le affermazioni del Magnifico dell'8 settembre: "La prevedibilità delle Sue precisazioni... ben evidenzia l’affermazione di certe mezze verità... oggi non più tollerabili".
E aggiunge, Oddo: "E’ casuale... che la Sua missiva arrivi dopo l’interessamento della stampa al mio caso personale?".

Se si considera che l'intera vicenda - portata all'attenzione pubblica da "Ateneo Palermitano" in questi ultimi mesi - ha avuto inizio tra l'indifferenza dell'Ateneo nel lontano 2003, la risposta non può essere che una sola.


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