dicembre 2006 numero 60

attualità
Facoltà formato famiglia
Le parentele accademiche in due esempi siciliani

di  Francesca Patanè

Cavolo, mi scoccia ammetterlo, ma aveva ragione lei. Suor Franca, il mio cerbero di matematica alle scuole superiori.
“Ragazza, coi numeri non si scherza!” mi diceva puntandomi l’indice destro minacciosa tutte le volte che facevo scena muta all’interrogazione.
Mi vedesse oggi, alle prese con le famiglie allargate degli Atenei siciliani, sarebbe contenta.

Perché ultimamente abbiamo giocato al piccolo matematico, io e un paio di competenti amici di redazione, e abbiamo tirato fuori due tabelle (cioè, io le ho richieste e loro me le hanno realizzate… ah suor Franca, suor Franca!...) – una per Agraria di Palermo e una per Agraria di Catania (in fondo è da quest’area che siamo partiti…) – da fare invidia anche a quel genio, ai tempi incompreso, della mia prof di matematica.

A proposito di geni, ho alcune domande da farvi.
Domanda uno: i figli dei geni sono geni?
Domanda due: le mogli, le sorelle, i generi, i nipoti (ecc. ecc.) dei geni sono geni?
Domanda tre: la (presunta) genialità dei figli si manifesta sempre nella stessa area disciplinare (per esempio, quella di Agraria se parliamo di Università) dei padri?
Domanda quattro: esistono geni, tanto per fare un esempio, nelle due Facoltà di Agraria di Palermo e di Catania?
Domanda cinque: e se non esistono, come si devono interpretare i numeri delle nostre tabelle?
Detto ciò, vengo e mi spiego, come diceva suor Franca.

Esaminiamo la prima tabella, quella della Facoltà di Agraria di Palermo.

Tutti i docenti (ordinari, associati, ricercatori) sono elencati in ordine alfabetico e classificati secondo i sei Dipartimenti della Facoltà.
Nella prima colonna abbiamo scritto i nomi, nella seconda la fascia di appartenenza, nella terza (ahi ahi) l’eventuale esistenza di parentele, nella quarta i Dipartimenti a cui i prof afferiscono e nelle altre… abbiamo tirato le somme.
Dunque:

- al Dipartimento ESAF (Economia dei Sistemi Agro-Forestali… che jattura ’ste sigle!) su 19 docenti, 10 hanno rapporti di parentela con altri docenti dello stesso Dipartimento. Con una percentuale – udite, udite! – del 53%

- al Dipartimento CA (CA come California, ovvero Colture Arboree), su 13 docenti, 3 si trovano nello stesso albero genealogico (tanto per parlare la loro stessa lingua). Percentuale: 23%

- al Dipartimento AAT (che non è Azienda Autonoma Trasporti, ma Agronomia Ambientale e Territoriale), su 24 docenti, 4 sono imparentati tra di loro. Percentuale: 17%

- al Dipartimento SB (Scienze Botaniche… questa è più facile) un solo docente imparentato su otto afferenti (a oggi, si intende…), con una delle percentuali più basse: solo il 12%

- al Dipartimento ITAF (Ingegnerie e Tecnologie Agro-Forestali… Certo che esiste l’ingegneria ad Agraria: in ogni macchina c’è l’albero-motore) su 31 docenti, 3 si scambiano i regalini di Natale (come in tutte le famiglie che si rispettano): 10%

- al Dipartimento SEnFiMiZo (questo non ve lo traduco, guardatevelo da soli), 2 parenti su 35 afferenti, con la percentuale più bassa (6%) forse per farsi perdonare l’impronunciabilità del nome.

Il premio alla Trasparenza va dunque al Dipartimento di Economia dei Sistemi Agro-Forestali, con più della metà di imparentati (percentualmente parlando); ultimo classificato il SEnFiMiZo (mi zo scemo?), ma non è mai troppo tardi, come diceva il maestro televisivo Alberto Manzi qualche tempo fa.

Insomma, alla Facoltà di Agraria dell’Università di Palermo su 130 docenti, 23 sono legati da relazioni di parentela: ovvero il 18%. Con un interessamento di tutti i Dipartimenti, nessuno escluso.
Ciò significa che nessun Dipartimento della Facoltà in materia di parentele ha indice uguale a zero. Quando si dice il valore della famiglia.

Certo il fatto che ci siano tanti parenti concentrati, qualche volta può non significare nulla – questo è bene sottolinearlo - ma è la costanza che stupisce, in casi come questi: tutti geni in famiglia? E nelle stesse materie? (potenza dei Dna!).

E visto che abbiamo parlato di Agraria di Palermo. I numeri per la verità non sono questi. Cioè, sono corretti, ma se si escludono le “commistioni”.
Perché gli affetti familiari riuniti davanti allo stesso focolare accademico (che fa tanto Natale) in realtà sono di più, considerando i casi di parentele “miste”, docenti-personale tecnico amministrativo.
Un esempio per tutti (ve ne avevo già parlato a gennaio): Rosalia Bacarella, qualche anno fa all'Università di Palermo vincitrice di concorso a un posto di coordinatore EP per le Biblioteche nell'area di Agraria e attualmente in servizio all'Ufficio di Coordinamento Area delle Biblioteche della Facoltà, è sorella dell’ex preside della Facoltà Antonino Bacarella, ordinario di Economia Agro-Alimentare della stessa Facoltà, ormai arcinoto per i non ancora chiariti fatti giudiziari che insieme all’attuale preside Salvatore Tudisca e ad altri docenti della stessa area l’hanno visto per tutto l’anno (e ancora lo vedono) al centro dell’attenzione mediatica nazionale e internazionale.

Esaminiamo ora la seconda tabella, quella che si riferisce alla Facoltà di Agraria dell’Università di Catania.

Stavolta ci sono solo i nomi dei professori ordinari, in ordine alfabetico e distinti per Dipartimento. Il criterio di suddivisione è analogo a quello della prima tabella.
Per cui, riepilogando:

- al DISTEF (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Fitosanitarie) 4 professori su 10 afferenti hanno rapporti di parentela con altri docenti (ordinari, associati o ricercatori) dello stesso Dipartimento o della Facoltà. Ovvero il 40%

- al DISEAE (Dipartimento di Scienze Economico-Agrarie ed Estimative) 3 parenti (in Dipartimento o in Facoltà) su 9 afferenti. Il 33%

- al DOFATA (neanche questo vi traduco… A proposito di geni, chi sono i geni che in ogni Ateneo si assumono il compito di ideare le sigle?) idem: 3 parenti su 10 afferenti. Il 30% (nonostante le fate)

- al DAPCA (Dipartimento di Scienze Agronomiche, Agrochimiche e delle Produzioni Animali) ancora 3 parenti su 15 afferenti (20%)

- al DIA (che, fortunatamente per molti, non è la Direzione Investigativa Antimafia, ma solo il Dipartimento di Ingegneria Agraria) solo 1 prof su 7 è parente di qualche prof dello stesso Dipartimento o di Facoltà: il 14%.

Dunque complessivamente: ai Dipartimenti di Agraria dell’Università di Catania su 51 professori ordinari, 14 sono imparentati con altri docenti (ordinari, associati o ricercatori) dello stesso Dipartimento o della Facoltà: il 27%.
Anche qui nessun Dipartimento è risultato esente dal contagio (ci sarà prima o poi un giudice che troverà l’antidoto?).

In conclusione. Non so se avete saputo rispondere alle domande che vi ho fatto sopra, probabilmente no, visto che neanche la statistica genetica – senza nulla togliere alla vostra intelligenza – ha ancora risposto in maniera convincente.

Pertanto, al momento, io parto da assiomi più modesti:
1) i professori universitari, tranne qualche rara eccezione, non sono geni, ma dei semplici impiegati statali
2) assodato ciò, saltano di conseguenza tutte le altre domande, tranne l’ultima.

Considerati attendibili i dati tabellari (prodotti da collaboratori scelti e non casuali...), l’interpretazione dei due esempi siciliani che vi abbiamo mostrato (ma lo studio può bene estendersi ad altre aree disciplinari e ad altri Atenei italiani) non può che essere una, e concentrata in una parola sola: nepotismo. La legge considera il nepotismo un reato, i docenti delle Università italiane legati da intrecci familiari no.


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