dicembre 2006 numero 60

attualità
Dimissioni per Walter Tocci causa Finanziaria.
E intanto i rettori protestano
Era responsabile Ds per Ricerca e Università. Critiche al documento
anche dalla Commissione Lincea per i Problemi della Ricerca

di f. p.

L'onorevole diessino Walter Tocci

Si è dimesso l'onorevole Walter Tocci dall'incarico di responsabile Ds per Ricerca e Università.
Oggetto del contendere la nuova Finanziaria. "Ho lavorato intensamente alla Camera per portare correzioni profonde alla finanziaria - scrive Tocci in una lettera pubblica - ma il risultato è insoddisfacente... Non è il tempo dei pannicelli caldi. E’ necessaria una trasformazione profonda delle regole, delle strutture e della mentalità consolidata...".

Il diessino dimissionario, dello stesso partito del ministro Fabio Mussi, attacca in particolare "la parte normativa" della Finanziaria, giudicata "inadeguata", e l'istituzione, nella forma in cui è stata teorizzata, dell'Agenzia di Valutazione: "Avevamo individuato nella valutazione la leva capace di spezzare l’alleanza perversa tra i vizi e le virtù della nostra accademia in modo da liberare le migliori energie che oggi sono ingabbiate e favorire un ricambio generazionale basato sul merito... Se non vuole rimanere un vezzo retorico il primato della valutazione deve comportare una rivoluzione copernicana nel governo del sistema".
Secondo Tocci, l'istituzione dell'Agenzia è ancora una semplice aggiunta al vecchio sistema burocratico e non uno strumento adeguato a riformarlo. "Eliminare l’apparato di controllo normativo e passare alla verifica dei risultati": questo e non altro, per l'onorevole diessino (che insieme al sottosegretario al Mur Luciano Modica - di parere diverso rispetto al ministro Mussi - aveva presentato sull'argomento una proposta di legge) dovrebbe essere il compito di un'Agenzia di Valutazione.
La quale invece prevede anche la soppressione - appena diventerà operativa - sia del Cnvsu (Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario), sia di quel Civr (Comitato di indirizzo per la valutazione della Ricerca) che tanto proficuo esame di coscienza aveva fatto fare all'inizio di quest'anno, attraverso le sue graduatorie di merito, a quegli Atenei (come i tre siciliani di Catania, Messina e Palermo) collocati quasi sempre - in tema di qualità, appunto - agli ultimi posti. Critiche all'Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca), così com'è stata pensata dal Governo, sono state mosse anche dalla Commissione Lincea per i Problemi della Ricerca nelle sue "Osservazioni sulla Finanziaria 2007".
"Anche se l'istituzione di un organismo che si occupi della valutazione raccoglie il nostro plauso - si legge sulle Osservazioni - non possiamo che essere perplessi sulla costituzione di un'Agenzia, e non di un'Authority: la composizione di un'Agenzia potrebbe essere troppo influenzabile dalle maggioranze parlamentari, che necessariamente cambiano con il tempo. Quest'organismo deve essere garante di una valutazione imparziale e oggettiva e costituire il perno sul quale basare i futuri finanziamenti della ricerca. Sia che si tratti di un Agenzia che di un Authority, è cruciale che le persone che la dirigeranno non siano di nomina parlamentare o governativa, ma siano veramente rappresentative della comunità scientifica e designate da un panel in cui siano rappresentate sia le istituzioni di alta cultura italiana sia le principali e più prestigiose organizzazioni della ricerca europee o mondiali".
"Una cattiva valutazione - si legge ancora sul documento - è più dannosa di nessuna valutazione, e una buona valutazione non può essere fatta – anche indirettamente - da coloro che hanno un ruolo di guida e indirizzo (come il parlamento e il governo)".
Un po' come gli arbitri nel mondo calcistico - suggerisce la Commissione Lincea - che "non possono essere scelti dai giocatori".

Proteste contro la Finanziaria (e contro il maxiemendamento) sono arrivate proprio in questi ultimi giorni pure da tutti i rettori delle Università italiane, che come segnale di dissenso hanno deciso di "sospendere ogni invito a membri del Governo a partecipare a significative manifestazioni nelle Università".
"Non avevamo chiesto l'impossibile... - commenta un determinato presidente della Crui Guido Trombetti - ma così... si mette in discussione la sopravvivenza dell'Università. Questa (forma di protesta, n.d.r.) è la risposta di una comunità - unanime, voglio sottolinearlo - all'atteggiamento punitivo del Governo".
Mobilitazioni sono previste nei prossimi giorni: il braccio di ferro Governo-resto del mondo (accademico italiano) è appena all'inizio.


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