maggio 2007 numero 65

attualità
Poltrone con l’impronta
Modifiche agli Statuti per continuare a “regnare”: i rettori degli Atenei italiani fanno a gara a chi sta seduto di più

di  f. p.

nella foto: Non tutte le poltrone sono uguali…

Chi l’ha detto che i rettori delle Università italiane passano e vanno, senza lasciare un’impronta? La lasciano invece, ed entrano nella storia.

I rettori delle Università italiane lasciano l’impronta sulle loro poltrone accademiche: un’impronta concreta, che prende la forma dei loro deretani.
Tutto regolare, per carità, tutto secondo legge, anzi secondo Statuto. Che se non è consono alla bisogna, viene adeguato: prima della scadenza dei mandati, naturalmente. Per far sì che chi non può più essere rieletto venga rieletto.

Trucchetti italici, giochini da furbetti di un quartierino grande 301.338 Kmq, isole comprese.

A Cagliari l’ingegnere Pasquale Mistretta governa l’Ateneo dal ’91. Diciotto anni di regno incontrastato, un rettorato maggiorenne che può pure votare alle prossime elezioni, un record che altri rettori italiani però stanno provando a soffiargli: a Campobasso, dove l’Ateneo non si è nemmeno scomodato di adattare lo Statuto - che infatti taglia la testa al toro e non prevede alcun numero massimo di mandati - “re” Giovanni Cannata, eletto nel ’95, sta per cominciare il suo quinto mandato – la riconferma è dello scorso 19 aprile – e a Macerata il professore Febbraio, a dispetto del nome, non si è limitato a regnare solo un mese e si è scollato invece dalla poltrona accademica dopo dodici anni di incontrastate stagioni.

Staccati di qualche mandato – Mistretta è ancora lontano, ma non irraggiungibile – c’è il rettore di Modena Giancarlo Pellacani - che, dopo i necessari correttivi allo Statuto, alla fine dell’anno prossimo chiuderà tre mandati - e c’è il noto e chiacchieratissimo collega dell’Ateneo fiorentino Augusto Marinelli, che insieme al figlio ha riempito intere pagine dell'ormai noto volume sul baronato accademico e che nonostante tutto - complice uno Statuto rivisitato – è stato riconfermato alla sua Magnifica poltrona per il terzo mandato consecutivo.

A Pisa la Scuola Normale nei più di duecento articoli dello Statuto modificati nel 2006 ci ha messo dentro anche quello sulla durata del mandato di rettore, che dunque dall’anno scorso è autorizzato a correre anche per il terzo mandato, seppure con la clausola dei due terzi dei consensi per la rielezione: se il rettore in carica Salvatore Settis – data di scadenza del mandato 31 ottobre 2007 – vorrà essere riconfermato, dunque, potrà farlo, colleghi permettendo.
E sempre a Pisa, all’Università, si stanno dando un gran da fare per modificare lo Statuto e consentire all’attuale rettore in carica Marco Pasquali, “giovincello” al suo secondo mandato, di correre per il terzo.
E a Roma Tre? Altre modifiche (ancora in atto) allo Statuto e altra corsa alla riconferma di Guido Fabiani per la terza volta consecutiva.
E Foggia e Ancona? Non sono da meno: lì le modifiche sono state fatte in tempo e i rettori sono già al loro terzo mandato (i dati sono stati tratti in massima parte da: Valeria Giglioli, “Università, il ‘regno’ dei rettori: in carica anche per 16 anni”, l’Unità, 20 aprile 2007).

E Palermo? Pensate sia da meno? La moltiplicazione dei mandati rettorali ha avuto un’occasione ghiotta che sarebbe stato davvero idiota farsi scappare: la storia, giuridicamente tormentata, dello Statuto: approvato, emanato, impugnato, modificato, approvato di nuovo, reimpugnato, rimodificato, riapprovato, riemanato... Ciò che ha consentito, alla Commissione preposta alla revisione, di adattare articoli, parole e commi alla bisogna, e al Magnifico Silvestri, rettore dell’Ateneo palermitano dal ’99 - nelle more degli intoppi burocratico-giuridici - di dimettersi, interrompendo la continuità che ostava alla riconferma, e… di ricandidarsi di nuovo, come nuovo, col rinnovato Statuto post-impugnazione, non prima però di avere scoraggiato – a dar credito alla controparte - la concorrenza (per maggiori dettagli rimandiamo alla lettura del nostro editoriale del numero 41, maggio 2005).

E alla scadenza del terzo mandato? Se si è disabituato alla docenza a tempo pieno, il Magnifico palermitano potrebbe sempre prestare il volto alla nota marca di detersivi, quella che in uno spot televisivo fa tornare i maglioni sempre nuovi.

A meno che non decida, come i suoi Magnifici colleghi e normativa permettendo - di rimettere in discussione lo Statuto: non mettiamo limiti alla provvidenza delle modifiche…


 


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