dicembre 2007 numero 72

attualità
Specchio, specchio delle mie brame chi è la più brava
di questo reame?
Quali sono e dove si trovano le Top University: un punto di partenza obiettivo
per il lavoro dell’Anvur in Italia

di  Quirino Paris



Le classifiche delle Top-Università sono un po’ come i sondaggi d’opinione: i risultati dipendono in modo cruciale dalle domande fatte e dal modo in cui sono fatte.
Sono, dunque, da prendersi seriamente? No e sì. No, per quanto riguarda il numero esatto del rango riferito a ciascuna Università; sì, per la posizione relativa nella fascia numerica di collocazione.

A che servono tali classifiche?
Nell’interpretazione più favorevole, servono a dare un indice sintetico di informazione sulla qualità dell’ambiente universitario che caratterizza ciascun Ateneo.
Esse possono servire agli studenti ambiziosi per decidere a quale Università iscriversi. Di certo servono agli amministratori per farsi belli quando la loro Istituzione assume una posizione di rilievo. Naturalmente, gli amministratori delle Università che non hanno raggiunto un rango elevato tendono a minimizzare l’importanza di tali classifiche e a criticarne la metodologia. Tuttavia, da qualche anno a questa parte, la stampa nazionale fa eco alle classifiche nazionali e mondiali delle Università. E la voce si sparge oltre gli orizzonti di casa.

L’idea di compilare una classifica delle Top Università è una vera “americanata”.

Da qualche decennio, infatti, la rivista settimanale “U.S. News and World Reports” compila
la classifica delle Università americane e la sua pubblicazione - pur soggetta a forti critiche riguardo alla metodologia usata - è attesa ogni anno con apprensione da molti ambienti universitari americani.

Come era da aspettarsi, il mondo si è adeguato.

Di recente sono apparse due liste mondiali delle Top Università. La quarta edizione della “World University Rankings” è pubblicata dal Times Higher Education Supplement (THES) e - considerate le sei categorie di valutazione impiegate - si direbbe che sia rivolta principalmente agli studenti. Tra le 200 Top Università del mondo due sole sono italiane: l’Università di Bologna (173) e l’Università di Roma “La Sapienza” (183).
Buon risultato? Naturalmente - come dice il proverbio - chi si contenta gode, così come gli amministratori dell’Università di Bologna hanno dichiarato.

Da segnalare che tale classifica, nata quattro anni fa e compilata da un’Istituzione europea, ha menzionato fino ad ora solo tre Università italiane tra le prime 200: nel 2004, Roma “La Sapienza” (162) e Bologna (186); nel 2005, Roma “La Sapienza” (125), Bologna (159) e Firenze (199); nel 2006, appare solo Roma “La Sapienza” (197). Esiste anche una classifica del THES allargata alle prime 400 Università del mondo in cui si trovano (oltre a Bologna e Roma “La Sapienza”), Padova (312), Pisa (325), Firenze (329), Politecnico di Milano (343), Trieste (374), Pavia (388) e Siena (394). Infine, classificate con un numero di rango tra 401 e 500 si trovano le Università di Milano-Bocconi, Genova, Modena, Napoli “Federico II”, Perugia, Roma “Tor Vergata”, Trento e Torino. Delle Università siciliane, solo quella di Catania è entrata una sola volta tra le prime 500 (classifica del 2006).

Quando la classifica 2007 del THES è ristretta alle Top 150 Università europee, troviamo Bologna (71), Roma “La Sapienza” (76), Padova (136), Pisa (145) e Firenze (147).

Da cinque anni a questa parte, la seconda classifica mondiale delle Università è compilata dalla Shanghai Jiao Tong University e si riferisce alle Top 500 Università. Le sei categorie di indicatori adottate dalla metodologia cinese danno grande importanza a criteri puramente scientifici e di ricerca.
Nell’edizione del 2007, le Università italiane occupano le seguenti posizioni: Milano, Pisa e Roma “La Sapienza” si trovano nella fascia tra 102 e 150; Padova e Torino tra 151 e 202; Politecnico di Milano, Bologna e Firenze tra 203 e 304; Scuola Normale di Pisa, Genova, Napoli “Federico II”, Palermo, Pavia e Perugia tra 305 e 402; ISSA di Trieste, Politecnico di Torino, Cagliari, Ferrara e Siena tra 403 e 510.

Per il momento, le classifiche delle Università lasciano il tempo che trovano. Ma, a ben pensare, l’Anvur, l’Agenzia Nazionale di Valutazione dell’Università e della Ricerca voluta dal Ministro Mussi, dovrebbe compilare proprio una classifica di merito delle Università italiane.
Nell’attesa che l’Agenzia prenda il suo faticoso avvio, la competizione tra Università di cui tanto si parla potrebbe partire da queste classifiche mondiali e premiare gli Atenei a seconda della loro posizione di rango, riconosciuta da Enti certamente disinteressati agli inciuci del sistema universitario italiano.



 


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