gennaio 2008 numero 73

attualità
Una riforma scolastica che fa bene all’Università
Nuove norme per l’accesso ai corsi di laurea a numero programmato. Determinante il curriculum delle scuole superiori
 

di  Norman Narayan

nella foto: Studenti durante i test d’ingresso all’Università

D’ora in poi all’Università per superare i test a numero programmato ci vorrà meno fortuna (a indovinare le risposte giuste) e più cultura. E a guadagnarci saranno proprio le Università, che potranno contare su studenti preparati, oltre che motivati.
Il Consiglio dei Ministri, infatti, a fine dicembre ha approvato le nuove misure che regoleranno l’accesso ai corsi di laurea a numero programmato, che per la prima volta valorizzeranno la qualità dei risultati scolastici. “Il curriculum delle Scuole superiori - ha detto il ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni – sarà determinante per il proseguimento degli studi all'Università e i quiz universitari dovranno tenere conto dei programmi delle superiori”.

Le nuove disposizioni entreranno in vigore nell'anno accademico 2008/2009 e i percorsi si inseriranno strutturalmente nell'ultimo anno di corso della Scuola secondaria di secondo grado.

Ma quali sono nel dettaglio le misure recentemente approvate? Eccole.
105 è il punteggio massimo per il superamento delle selezioni d’accesso: 80 punti saranno assegnati sulla base del risultato dei test e 25 agli studenti che avranno conseguito risultati di eccellenza a scuola: a tal fine contribuiranno la media complessiva, non inferiore a sette decimi, dei voti ottenuti negli scrutini finali di ciascuno degli ultimi tre anni di frequenza della scuola secondaria superiore e la valutazione finale conseguita nell'esame di Stato dal 20% degli studenti con la votazione più alta attribuita dalle singole Commissioni, che comunque non deve essere inferiore a 80/100.

I docenti della Scuola secondaria superiore potranno essere coinvolti nella predisposizione dei test – e anche questa è una novità rivoluzionaria - mentre nelle scuole possono essere organizzati incontri di orientamento con la partecipazione di docenti universitari.
Sarà anche possibile ricorrere a convenzioni con associazioni, imprese, rappresentanze del mondo del lavoro e delle professioni che intendono fornire un apporto con proprie risorse tecniche, umane e finanziarie.

Altra novità è l’istituzione di una Commissione nazionale per monitorare le attività svolte in attuazione del decreto.
Questa Commissione - che sarà costituita da una rappresentanza paritetica del Ministero della Pubblica Istruzione e del Ministero dell'Università e della Ricerca e da una rappresentanza territoriale dei Comuni, delle Province e delle Regioni - agirà in sinergia con l’Invalsi, l’Istituto nazionale di valutazione del sistema dell'istruzione, e con l’Anvur, l'Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca.



 


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