giugno-luglio/agosto 2008 numero 78/79

attualità
16, 66 e 69: il terno secco del DL Tremonti per l’Università
 
Favorevoli e contrari, mentre prosegue l’iter di legge

 

di Francesca Patanè

I tre articoli del DL n. 112/08 del ministro Giulio Tremonti che più direttamente riguardano le Università – il 16, il 66 e il 69 - hanno scatenato, nell’ambiente accademico e anche altrove, commenti, giudizi a favore e contro (più contro che a favore), critiche (costruttive, ma anche strumentali).

“Ateneo Palermitano” sceglie di fermarsi alla cronaca dando spazio a due voci rappresentative dei due opposti “schieramenti”.

La prima è quella venuta fuori dal Documento dell'Assemblea Nazionale dell'Università tenutasi lo scorso 22 luglio nell'Aula Magna dell'Università La Sapienza di Roma e indetta dalle Organizzazioni e Associazioni della Docenza e degli Studenti: una presa di posizione netta contro le scelte governative operate intorno al Pianeta-Università.

La seconda è un intervento di Oscar Giannino su Libero, che focalizza l’attenzione sull’art. 16: la possibilità di trasformare gli Atenei in Fondazioni di Diritto privato.

Di inedito, invece, pubblichiamo in altra pagina un commento ai tre articoli del professore Quirino Paris.

Il DL Tremonti - approvato dalla Camera lo scorso 24 giugno, pubblicato il giorno successivo sulla Gazzetta Ufficiale (scadrà il 24 agosto) e al momento in cui scriviamo all’esame della 5ª Commissione permanente (Bilancio) del Senato in sede referente e delle altre Commissioni chiamate a esprimere il proprio parere - come tutte le disposizioni di analoga natura - è un provvedimento provvisorio avente forza di legge, che può essere adottato dal Governo e che entra in vigore immediatamente, il giorno stesso (o il giorno successivo) della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, ed è dettato da motivi di straordinarietà, necessità e urgenza rimessi alla valutazione discrezionale dello stesso Governo.

Come si sa, se non vengono convertiti in legge da Camera e Senato entro sessanta giorni dalla pubblicazione, i Decreti Legge decadono retroattivamente ed è come non fossero mai esistiti.

Il primo agosto il Senato ha approvato il DL Tremonti con modificazioni. L'ha quindi rinviato alla Camera, che l'ha approvato definitivamente il 5.

Lo scorso 7 agosto, alla 56.a seduta pubblica del Senato (un esempio di efficienza: tre minuti da quando ha avuto inizio a quando si è conclusa!), la presidente di turno Mauro ha comunicato che la Camera dei Deputati l'ha definitivamente convertito in legge, con modificazioni. (Per accedere al testo originale e al testo modificato clicca qui).

Al momento in cui scriviamo non è ancora stato pubblicato.

Quanto alle modificazioni presenti nel nuovo testo in riferimento ai tre articoli che riguardano le Università, nulla di sostanziale  è stato toccato dei primi due -  il 16 e il 66 - mentre l'ultimo dei tre - il 69 - è stato modificato radicalmente.

La versione originale - "Progressione triennale" - è di due soli commi: il primo decreta la progressione triennale per tutti gli impiegati e non fa menzione di alcuna "una tantum"; il secondo calcola i risparmi annuali da parte del sistema universitario per il futuro  e ne richiede il rimborso da parte delle Università.

La nuova versione, modificata sin dall'intitolazione - non più "Progressione triennale",  ma "Differimento di 12 mesi degli automatismi stipendiali" - sviluppa l'articolo 69 in ben cinque commi.
Il primo introduce per la prima volta l' "una tantum".
I commi 2 e 3 specificano - con un linguaggio "legalese" difficile da comprendere - come trattare alcune categorie di personale in merito a passaggi di qualifica, anzianità pregressa e trattamenti  pensionistici.
Il comma 4 conferma quanto stabilito da un DL del 2006 - il n. 160 - così come modificato dalla Legge n. 111 del 2007.
Infine il comma 5 rifà il conto dei risparmi del sistema universitario e, diversamente dal DL Tremonti, che prosegue oltre il 2013,  ferma la previsione al 2011. 

Questa la tabella comparativa (in milioni di euro):

              DL Tremonti        Legge
2009                40              13,5
2010                80              27,0
2011                80              13,5
2012              120               --
2013 in poi     160               --

Come si vede, i risparmi nella versione modificata sono molto inferiori a quelli calcolati dal ministro.  
Dunque, delle due l'una: o Tremonti ha sbagliato a fare  i calcoli (ma ci è difficile immaginare un Ministero così sprovveduto!), oppure le lobby accademiche sono entrate in azione per convincere il Parlamento a ridimensionare i "risparmi".

 


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