novembre-dicembre 2008 numero 82/83

attualità
Quando si dice la tempestività…
L’ex rettore dell’Ateneo di Foggia prima di diventare ex assume suo figlio.
Alla faccia di parentopoli

di  f. p.

nella foto: Antonio Muscio, ex rettore dell’Università foggiana

Proprio mentre si riparla di parentopoli e di baroni che nelle Università italiane fanno quello che vogliono e lo fanno con un’impudenza quasi scientifica, a Foggia è andato in onda l’ultimo atto del rettore storico dell’Ateneo Antonio Muscio – un’esperienza di ordinario alla Facoltà di Agraria dell’Unibas – che, dopo aver fortemente voluto quell’Università e dopo averla governata per nove anni (toh! “coetaneo” del magnifico Silvestri, ex rettore dell’Università di Palermo), prima di andare via, il 31 ottobre, per far posto al suo successore Giuliano Volpe, si è assicurato la continuità parentale (anzi, l’ha voluta rafforzare…) assumendo suo figlio Alessandro, fresco vincitore di un concorso per ricercatore in Economia applicata alla Facoltà di Agraria. Guarda caso, la stessa Facoltà in cui il suo papà è docente ordinario di Zootecnia speciale.

Tutto all’insegna della trasparenza e della coerenza – giurano i tre commissari del concorso: Muscio junior può sfoggiare una specializzazione nel Sussex, ha lavorato alla Luiss e alla Finmeccanica, vanta sei pubblicazioni, di cui quattro uscite in Inghilterra, mica è uno qualsiasi.
E poi in Ateneo si troverà come a casa. Con sua sorella Rossana, dirigente del personale tecnico amministrativo, che ha sostituito la madre Aurelia Eroli in Muscio, per anni al posto di comando del personale e oggi in pensione. E ci troverà pure il cognato Ivan Cincione, marito di Rossana, ricercatore dal 2004 per aver vinto un posto di Patologia clinica alla Facoltà di Medicina. Ma non è finita. Ci troverà pure Eliana Eroli, una nipote dell’ex magnifico e pure la propria moglie Janise Laverse, dipendente della stessa Facoltà di Agraria dove è stato destinato Alessandro.
Come dire, due cuori (un fegato, un rene, un polmone…) e una capanna.

Un’eredità sicuramente scomoda per il nuovo rettore, che appena eletto ha ritenuto opportuno prendere le distanze: “Si tratta di uno stato che io ho già trovato e del quale non ho potuto che prendere atto”.

 


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