gennaio-febbraio 2009 numero 84/85

attualità
Decreto Università: cambiare così
Nuove regole firmate Gelmini
 

di f. p.

nella foto: Il ministro del Miur Mariastella Gelmini


Premiare i giovani, valorizzare il merito e gestire virtuosamente gli Atenei: questi i principali ingredienti della ricetta del ministro Gelmini per l’Università.

La legge – approvata a gennaio con 281 voti favorevoli, 196 contrari e 28 astenuti – intende riordinare l’intero sistema universitario, ma non ha incontrato il favore di molti, fuori dalle stanze del governo: diversi esponenti politici hanno storto il naso, a cominciare dal ministro dell’Istruzione del governo ombra Mariapia Garavaglia, secondo la quale il provvedimento “con le sue misure insufficienti e in alcuni casi anche peggiorative, non riporterà a una situazione di normalità gli Atenei”.
In Sicilia le proteste politiche sono strettamente collegate all’idea ministeriale di attingere risorse dal Fas, il Fondo per le aree sottoutilizzate. Per l’esponente siciliano del Partito Democratico Sergio D’Antoni “il governo Berlusconi continua a scippare risorse al Mezzogiorno, trattando il Fas come un deposito da cui attingere a piacimento”. E ciò naturalmente porterà anche a una sofferenza degli Atenei siciliani e – come sostenuto dal deputato Arturo Iannaccone dell’Mpa – anche un maggiore divario tra livello qualitativo delle Università del Nord e livello qualitativo delle Università del Sud.

Sull’altro fronte, quello del sì, si sottolineano invece i lati positivi della nuova legge e si focalizzano in particolare i provvedimenti tendenti a una maggiore trasparenza nei concorsi, spina nel fianco dell’Accademia italiana.

Ma che cosa cambierà secondo la normativa firmata Gelmini?
Le principali novità riguardano:

- le assunzioni: la legge blocca le assunzioni di nuovo personale degli Atenei che risulteranno in deficit al 31 dicembre di ogni anno. Gli Atenei indebitati saranno esclusi per il 2008-2009 dai fondi straordinari per il reclutamento dei ricercatori. Gli Atenei virtuosi, invece, avranno lo sblocco parziale del turn over, che dal 20% passa al 50%, ma ad una condizione: che il 60% dei soldi venga destinato al reclutamento dei giovani.

- i concorsi: cambiano le regole riguardo alla composizione delle Commissioni di concorso sempre nell’occhio del ciclone. Per le selezioni dei professori di prima e seconda fascia sono previste Commissioni costituite “da un professore ordinario nominato dalla Facoltà che ha richiesto il bando e da quattro professori ordinari sorteggiati in una lista di commissari eletti tra i professori ordinari appartenenti al settore scientifico-disciplinare oggetto del bando, in numero triplo rispetto al numero dei commissari complessivamente necessari nella sessione… Sono esclusi dal sorteggio relativo a ciascuna Commissione i professori che appartengono all’Università che ha richiesto il bando”.
Per le selezioni dei ricercatori le Commissioni saranno costituite “da un professore ordinario o da un professore associato nominato dalla Facoltà che ha richiesto il bando e da due professori ordinari sorteggiati in una lista di commissari eletti tra i professori ordinari appartenenti al settore disciplinare oggetto del bando, in numero triplo rispetto al numero dei commissari complessivamente necessari nella sessione”. Anche per i ricercatori “sono esclusi dal sorteggio relativo a ciascuna Commissione i professori che appartengono all’Università che ha richiesto il bando”.

- i premi: almeno il 7% del Fondo di finanziamento ordinario (FFO) già da quest’anno sarà distribuito agli Atenei virtuosi per migliorare ulteriormente la qualità della loro offerta didattica e la loro attività di ricerca.

- i bilanci: le Università dovranno predisporre i bilanci all’insegna dell’assoluta trasparenza, comunicando ai loro studenti come hanno speso o spenderanno i fondi pubblici. La nuova normativa in materia di trasparenza di bilanci prevede anche la pubblicazione dei risultati delle attività e dei finanziamenti ottenuti sia da soggetti pubblici, sia da soggetti privati.

- il diritto allo studio: verrà potenziato il fondo. Previsti, infatti, 65 milioni per nuovi alloggi e 135 milioni per borse di studio da destinare agli studenti più meritevoli.

- le norme anti-docenti fannulloni: ci penserà l’Anagrafe nazionale dei professori ordinari, degli associati e dei ricercatori, secondo il decreto-Gelmini, a monitorare annualmente l’attività di ricerca e la produzione scientifica di ogni docente il quale, per ottenere gli scatti biennali di stipendio, dovrà dimostrare di aver pubblicato. Se per due anni non ci sarà traccia di pubblicazioni gli verrà dimezzato lo scatto stipendiale e sarà “punito” con il divieto di partecipazione alle Commissioni di concorso. Se il docente non pubblica per tre anni resta escluso anche dai bandi Prin (Programmi di ricerca di rilevante interesse nazionale).

- il rientro dei cervelli: gli Atenei potranno coprire i posti di ordinario, di associato e di ricercatore richiamando le figure professionali occorrenti dall’Estero. Potranno anche reclutare studiosi di chiara fama.


Non è il massimo, ma è già qualcosa. A proposito di finanziamenti, per esempio, non sarebbe stato sbagliato, a nostro avviso, permettere al cittadino di destinare la quota dell’otto per mille, secondo una scelta più laica, all’Università che egli intendesse eventualmente finanziare.

Quanto alle nuove norme concorsuali, a noi non piace la presenza, nelle Commissioni, di professori della Facoltà che ha richiesto il bando, presenza che potrebbe facilitare gli inciuci di sempre, pur con nuove regole: per rendere più difficile (purtroppo non impossibile, nemmeno così) la vita ai baroni accademici, abituati a gestire i loro orticelli in barba a leggi vecchie, nuove e rinnovate, e a perseguire i loro tornaconti sempre e comunque, avremmo preferito solo commissari nazionali, oppure – meglio ancora – la presenza di docenti stranieri, anche se ci rendiamo conto che la scelta sarebbe troppo onerosa, in questo caso. E quanto alla valutazione dei titoli, vero è che verranno utilizzati parametri riconosciuti anche in ambito internazionale, ma ci sarebbe piaciuto che il giudizio sulla produzione scientifica dei candidati fosse stato affidato a dei Panel di valutazione con presenza di docenti stranieri a garanzia di trasparenza e di indipendenza di giudizio.

Ma tant’è. Accettiamo quello che passa il convento ministeriale, e… che Dio, o chi per lui, ce la mandi buona.
 


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