diretto da Francesca Patanè

marzo-aprile 2009 numero 86/87

La mia parentopoli personale

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di Francesca Patanè

 

Ebbene sì, anch’io sono una… baronessa. Lo confesso e non mi pento, anzi, devo dire che ci sto pure bene in questo nuovo ruolo che da qualche settimana mi sono cucita addosso.

Per la verità sono una baronessa sui generis, non distribuisco cattedre e titoli a parenti e amici, al massimo foto e confetti. Perché? Ma perché ora ho un figlio laureato, diamine! E io, che baronessa sono, anche se sui generis, non potendo assicurargli un posto all’Università, gli assicuro la celebrità di un editoriale a lui dedicato su “Ateneo Palermitano”! Vi pare poco? Be’, ognuno offre quello che ha e poi, si sa (e io l’ho sempre detto, del resto): i figli so’ piezz’e core, i miei “colleghi” baroni capiranno.
Insomma, non capita tutti i giorni vedersi dedicare un editoriale dalla sottoscritta! Ah! Il potere della stampa baronale!

Ecco, diciamo che questo è il mio regalo per lui: c’è chi regala ai figli le proprie pubblicazioni modificando il nome puntato dello spazio “autore” e chi scrivanie e poltrone per diritto ereditario. Io la poltrona ce l’ho e mi fa pure il massaggio, però – sarò egoista – ma quella me la tengo stretta per i miei anni peggiori e non ho intenzione di regalarla neppure a lui: ho imparato bene dall’ex rettore Silvestri dell’Ateneo Palermitano (cioè, dell’Ateneo di Palermo, non confondete capre e cavoli, per piacere), che al trono rettorale è rimasto abbarbicato per quasi un decennio.

Eh, sì, le lezioni servono. Io, per esempio, per tornare all’argomento, a furia di scrivere di baronati e parentopoli sono finita a fare le stesse cose che fanno loro, o quasi, insomma: loro distribuiscono posti di lavoro e io notorietà.
Certo i primi appagano (e pagano) meglio della seconda; ma con la notorietà ci può anche essere, di conseguenza, qualche posto assicurato, no? Prendete quelli del Grande Fratello (o della Fattoria, o della Talpa o dell’Isola dei Famosi… caspita, come sono ferrata in materia!): perché credete che facciano a gara per presentarsi? Ma per trovare posto in Tv!

Vabbè, non è la mia massima aspirazione vedermi un figlio velino in televisione, ma in tempi di vacche magre, tra lavoro che non c’è, soldi che non bastano, ministri che tagliano i fondi, meglio un velino oggi che un baronetto domani, anche perché io di baroni e baronetti ne ho piene le…scatorse (leggasi borse in forma di scatole).


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