maggio-giugno 2009 numero 88/89

attualità
Se ci siete, battete un colpo
Max, figlio di barone universitario, ci ha scritto sul nostro blog di Tiscali e noi ne abbiamo approfittato per alcune puntualizzazioni
 

di f. p.

Il recente messaggio postato da Max sul mio blog Malauniversità di Tiscali (accessibile dall’home page di “Ateneo Palermitano”) mi ha dato un’idea di cui accenno sempre sul blog (“Controcorrente”), ma che mi piace approfondire qui per una maggiore visibilità.

Max, almeno da quello che scrive e io gli dò credito, è un figlio di barone universitario, forse palermitano o forse no, uno di quelli che da anni ormai noi combattiamo in nome di un’Università finalmente pulita. Max mi accusa di “qualunquismo becero” rispondendo al mio post intitolato “Tranquilli, non morde” dove io, cercando di risvegliare le menti sopite e di combattere l’immobilismo, parlo dei nostri due blog sui temi di malauniversità, punti di riferimento utili, momenti di incontro tra gente che ha un problema comune: quello di estirpare il marcio degli Atenei italiani. Ma Max mi accusa di “qualunquismo becero”. E allora metto i puntini sulle i.

Fermo restando che sbaglia, perché io non mi sono mai lanciata in accuse infondate, ovvero senza una solida base di verità e dunque non ho mai gettato fango sul mucchio, come lui dice, o fatto “congetture”, ma solo cronaca documentata, rimane però la riflessione che lui ci sollecita e che non mi sembra sbagliata, tutt’altro (e questo dimostra che non ho pregiudizi di sorta).

“Ci sono tanti figli di papà illustri che hanno fatto sacrifici, partecipato a concorsi seri che hanno legittimamente vinto...” – scrive il nostro Max – “Prima di tirare in ballo nomi o meglio cognomi illustri per fare superficiali ingiuste congetture, prendete i curricula perché... dietro un nome ed un cognome ci sta una persona, qualche volta sensibile, magari anche preparata, che non merita di essere sbattuta alla gogna ... per il suo cognome più o meno illustre”.

E’ vero, ci sono “figli di papà” (magari più aggiornati dei loro genitori che in genere si adagiano sui vecchi allori) veramente validi (ma che non cancellano l’esistenza di tutti gli altri che di cognomi “ci campano”), però è anche vero che dovrebbero essere loro a mostrarsi, a uscire allo scoperto, a farci vedere spontaneamente i loro curricula o ad utilizzare meglio le occasioni di visibilità che ci sono sulla rete e mi riferisco per esempio a un servizio molto utile e poco sfruttato come quello offerto dal Cineca che dà la possibilità di inserire le proprie pubblicazioni su pagine dedicate.

E invece sui siti come quello del Cineca c’è molto poco, quasi niente (a voler dar credito a quelle informazioni si direbbe che solo pochi docenti vecchi e giovani hanno pubblicato e pubblicano) e tra tanti figli con cognomi illustri, sul blog di questo giornale che ha migliaia di lettori al mese (documentabili) finora solo Max ha avuto il coraggio di scendere in difesa della “categoria”.

E tutti gli altri? Dove sono? Che fanno? Ci snobbano? Pazienza, possiamo fare a meno del loro interesse. Oppure, più semplicemente, sono talmente esigui di numero da scomparire da ogni classifica.

E, per piacere, non facciamo inutili sentimentalismi strappalacrime (“… dietro un nome ed un cognome ci sta una persona, qualche volta sensibile, magari anche preparata…”). Nessuno mette in dubbio la sensibilità di chi è in buonafede e men che meno io; tutti, invece, mettono in dubbio quelle professionalità costruite a forza di eminenti spintoni accademici, quelli che hanno rovinato e continuano ancora a rovinare il buon nome dell’Università italiana.

Noi vogliamo dare credito a Max e offriamo ancora il blog a tutti, ma in particolare questa volta ai “figli di papà” con tanto di curricula documentati e documentabili.
Carissimi, avete la possibilità di manifestarvi: se ci siete, battete un colpo.


 


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