settembre-ottobre 2009 numero 90/91

attualità
Trappole per… topiruoli
Ecco la risposta dell’Università di Palermo a Mastro Agostino il giardiniere, per sconfiggere l’infestazione delle palme dai punteruoli rossi che intanto colpiscono ancora
 

di f. p.

nella foto: Una delle trappole posizionate in loco dalla task force palermitana

E noi che credevamo di trovarli citati sul sito del Cineca i rimedi trovati dalla task force palermitana contro il punteruolo rosso! Ma quando mai! Nessuna risoluzione scientifica, piuttosto soluzioni che da quando esistono i topi e i formaggi si chiamano semplicemente trappole!
Sì, avete capito bene: l’Università di Palermo ritiene di combattere l’infestazione a tutto campo dei temibili punteruoli rossi collocando qui e là delle trappole, non con formaggio ma con un’altra leccornia, una melassa appiccicaticcia a cui a quanto pare non sapranno rinunciare restandovi impigliati.
Ma la cosa più divertente è che queste trappole funzionano ciascuna per due (dicasi 2) punteruoli; quindi fatevi un po’ di conti, Palermo è piena di giardini pubblici e privati e di centinaia e centinaia di palme: quante trappole occorreranno per sterminare a due a due tutti i punteruoli rossi che le hanno infestate e continuano a infestarle riproducendosi secondo il loro ciclo biologico?
L’équipe guidata dal prof. Stefano Colazza però continua imperterrita sulla strada intrapresa ed è stato pure creato un sito ad hoc dall’indirizzo tenero tenero – adotta una trappola – che richiama alla mente poveri cuccioli di cani indifesi e abbandonati in cerca di un nuovo padrone.
La trappola consiste in un secchiello rosso con 4 fori rettangolari sulla parte laterale e 4 fori circolari sul coperchio, al quale sono agganciate una bustina contenente il feromone commerciale Rhyfer 220 e una boccetta di plastica con acetato di etile al 10%. All’interno, al di sotto delle aperture laterali, c’è un imbuto bianco per agevolare l’entrata degli insetti che in questo modo, secondo le aspettative della task force accademica palermitana, verrebbero convogliati tutti sul fondo del secchio. Dove appunto si trova la soluzione di melasso (sottoprodotto della lavorazione delle barbabietole da zucchero) diluito in acqua al 10%, che ha la duplice funzione di aumentare l’attrazione delle trappole (la fermentazione del melasso libera sostanze volatili che incontrano i gusti del punteruolo) e di intrappolare gli insetti che cadono sul fondo. La trappola viene parzialmente interrata e posta ad almeno 20 m da ciascuna palma.
Una guerra ad armi impari, dunque, perché pensare di poter eliminare – per giunta a due a due – tutti i punteruoli presenti e… in itinere è come credere di poter sterminare un intero reggimento di soldati armato fino ai denti con il solo uso di una fionda.
... E così i punteruoli rossi pascono e crescono, come gli ultimi arrivati ad infestare la palma della Palazzina Cinese.


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