Ce ne eravamo occupati in un editoriale poco tempo fa, convinti che la decennale lentezza del loro rilascio costituisse un esempio tangibile e inconfutabile della gestione "tartaruga" dell'Ateneo palermitano.
Ora per le pergamene di laurea degli studenti dell'Università di Palermo (anche per quelle delle loro mamme e dei loro papà) è arrivato il momento del riscatto.
Dall'Ateneo, infatti, fanno sapere che entro il mese di dicembre saranno pronte tutte e che dal prossimo anno accademico sarà possibile ritirare le pergamene subito dopo aver conseguito la laurea.
E questa, in effetti, in una struttura che funziona, non dovrebbe nemmeno essere una notizia, né, tanto meno, una notizia sensazionale.
Ma tant'è. Accontentiamoci di come stanno andando le cose e facciamo tesoro di quel vecchio proverbio che dice: "Guardami chi sono, non mi guardare chi ero".
Almeno per le pergamene di laurea (ma, come San Tommaso, aspettiamo di toccare, a dicembre) la faccia dell'Ateneo, davanti alla Nazione, resterà al suo posto.

Ottomila sono i diplomi ancora da consegnare e questo - non sospirate di sollievo - è solo la parte finale di un arretrato che ha già festeggiato le nozze d'argento con l'Ateneo.
Venticinque anni, infatti, è comunque un traguardo da Guinness dei primati e, nel bene o nel male, bisogna festeggiarlo.

Per sbloccare una situazione che tutto può essere, tranne che un fiore all'occhiello per l'Ateneo, basterà - a quanto pare - la riorganizzazione del servizio (ma non ci voleva molto a capire che era questa la carta vincente) che ha già previsto l'arrivo, a novembre scorso, di due unità di personale in servizio con contratto interinale.
Con il personale potenziato qualche passo avanti è stato fatto, tanto che da cinque mesi sul sito dell'Ateneo è possibile scorrere l'elenco dei più fortunati, i laureati che possono già presentarsi allo sportello per il ritiro.
Ora da viale delle Scienze - dove si trova l'ufficio - si lagnano perché - dopo tanta fatica da parte loro - gli studenti non sono puntuali nel ritiro. E sinceramente questo ci sembra troppo.