settembre 2005 numero 45

speciale
Allo Steri un Museo dell'Inquisizione per coniugare storia e business
Cuore del polo espositivo il carcere dei Penitenziati, coi graffiti e i disegni dei prigionieri

di  Manfredi Pomar

nella foto: Un frammento ancora da decifrare dei graffiti ritrovati allo Steri, che verrà custodito nel Museo dell'Inquisizione

Incentiverà quei percorsi di turismo culturale indispensabili in una città di arte e storia come Palermo, ma sarà frequentato anche da chi, meno motivato da impulsi intellettuali, vorrà più semplicemente curiosare tra gli inquietanti misteri dell'epoca.
Stiamo parlando del Museo dell'Inquisizione che avrà come fulcro il carcere dei Penitenziati e che nascerà nel palazzo che fu esso stesso sede del Tribunale dove gli eredi di Torquemada interrogarono, processarono e torturarono in nome di Dio migliaia di innocenti accusati di eresia e di magia.

Il progetto - che potrà concretizzarsi grazie ai fondi europei (sette milioni e trecentomila euro), che vedrà impegnata nella realizzazione l'associazione temporanea di imprese di cui è capogruppo la Vitale Costruzioni S.p.A. di Napoli e che dovrà essere realizzato entro ventisette mesi - è curato da un pool di esperti guidato da Antonino Catalano, dirigente dell'Ufficio tecnico dell'Ateneo.
Nel gruppo, per le ricerche documentali - insieme a Maria Giuffrè, Elena Pezzini e Paola Scibilia - anche la figlia primogenita dello scrittore Leonardo Sciascia, Laura.

E' cominciato intanto il lavoro di pre-consolidamento dei graffiti censiti dallo storico Giuseppe Pitrè e rinvenuti nei sotterranei dello Steri.
L'intervento è condotto con la consulenza di uno dei massimi esperti internazionali del settore, Mauro Matteini, che ha guidato anche il restauro della Primavera del Botticelli.


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