gennaio 2006 numero 49

attualità
Indagati due docenti dell'Università di Palermo
L'accusa: associazione a delinquere e abuso d'ufficio.
L'inchiesta, iniziata a Firenze, passata ora alla Procura di Trieste

di  Francesca Patanè

nella foto: La Facoltà di Agraria dell'Università di Palermo

Due nomi eccellenti dell'Ateneo palermitano: Salvatore Tudisca, preside della Facoltà di Agraria e Antonino Bacarella, ordinario di Economia agro-alimentare della stessa Facoltà.
Entrambi indagati a Firenze per associazione a delinquere e abuso d'ufficio.
L'accusa: aver pilotato concorsi per l'assegnazione di incarichi di insegnamento universitario.
Il magistrato fiorentino - Francesco Pappalardo - ha pure chiesto l'interdizione temporanea dal servizio con sospensione degli incarichi.

L'inchiesta parte dal caso di un concorso a un posto di ricercatore di Economia agraria vinto nell'ottobre del 2002 da Nicola Marinelli, figlio del rettore dell'Ateneo fiorentino, che all'epoca non aveva ancora conseguito il dottorato di ricerca e aveva all'attivo solo due pubblicazioni, ma si estende anche ad altri concorsi e a un intero "sistema".
Ad essere coinvolti nel terremoto clientelare, oltre ai due notabili palermitani - Tudisca nella Commissione del concorso fiorentino era addirittura il presidente - anche docenti della stessa area di altri Atenei italiani.
Questi i nomi degli illustri prof che fanno compagnia ai due palermitani: Mario Prestamburgo, presidente della Società italiana di Economia agraria (Sidea) e segretario alle Politiche agricole nel Governo Dini, che insegna a Trieste; Marta Cosmina e Gianluigi Gallenti, anch'essi docenti a Trieste, e Vasco Boatto dell'Università di Padova.

L'incarico di dipanare l'ingarbugliata matassa che ha squassato gli ambienti accademici nazionali - in un primo tempo appannaggio della Procura del capoluogo toscano - ora è passato a Trieste.
A deciderlo il Gip Anna Sacco, che si e' dichiarata incompetente territorialmente e ha rinviato gli atti a Pappalardo, disponendone il trasferimento alla Procura del capoluogo friulano.

L'indagine, condotta in prima battuta dalla Guardia di Finanza, è partita dall'esposto di un docente di Economia agraria dell'Università della California - Quirino Paris, settant'anni - che due anni fa aveva denunciato in Italia, nello specifico settore, l'esistenza di un "gruppo di potere" in grado di monopolizzare - pilotando i concorsi - il reclutamento di docenti e ricercatori, allo scopo di assegnare i posti a parenti e amici.
I siluri del docente californiano - approdati ai tavoli di varie Procure tra cui quella di Milano - Pm Grazia Pradella - parlano di "colonizzazione" della disciplina e dell'attivita' di ricerca attraverso Commissioni di concorso compiacenti; di "santini", e cioè di bigliettini distribuiti con le "indicazioni" di voto per addestrare selezioni e risultati; di candidati scoraggiati fino al ritiro dalle prove, magari con consigli "benevoli" a non rovinarsi la carriera con ricorsi e prove di forza, per favorire i prescelti.

E vanno oltre, spifferando anche, papale papale, di stroncature pilotate di carriere a persone poco gradite al gruppo, come quella che nel 2003 portò alla mancata conferma dell'incarico di professore straordinario all'Università della Calabria di uno dei migliori e più titolati economisti agrari d'Europa.

Gli accusati - i due docenti palermitani e tutti gli altri - in un primo tempo si sono avvalsi della facoltà di non rispondere; ora cercano di rintuzzare le pesanti contestazioni a colpi di memorie difensive e dichiarazioni di sconcerto: "E' impossibile pilotare i concorsi".

Ma mostrare di vivere nel mondo delle favole, qualche volta serve a poco.
Perché, a voler fare degli esempi (pubblicati anche sull'Espresso del 19 dicembre scorso) di come funziona il sistema ora sotto accusa e per il quale sono scattate perquisizioni in mezza Italia, e tanto per restare nell'ambito dei due docenti palermitani inquisiti, Anna Maria Di Trapani - ricercatrice alla Facoltà di Agraria dell'Università di Palermo - è la moglie di Salvatore Tudisca; e pure ricercatori nella stessa Facoltà sono la figlia di Antonio Bacarella, Simona, e suo nipote Luca Altamore.
Ma le parentele non si fermano all'ambito della docenza: Rosalia Bacarella, qualche anno fa all'Università di Palermo vincitrice di concorso a un posto di coordinatore EP per le Biblioteche nell'area di Agraria e attualmente in servizio all'Ufficio di Coordinamento Area delle Biblioteche della Facoltà, è sorella di Antonio Bacarella.

Ma se questa è la realtà (incontestabile), le deduzioni spettano solo ai giudici: è loro il compito di distinguere regolarità di procedure da ipotesi di reato.

E a proposito di concorsi pilotati e di regolarità di procedure, sarebbe il caso che la Magistratura facesse finalmente chiarezza anche sui concorsi destinati al personale tecnico amministrativo, sia su quelli "esterni", sia su quelli riservati a chi è già in servizio e finalizzati agli avanzamenti di carriera e all'assegnazione di posti dirigenziali.


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