gennaio 2006 numero 49

attualità
Catania: i precari in piazza per la stabilizzazione
Continua la battaglia dei lavoratori Asu e Puc dell’Università di Catania.
Quasi realtà la loro assunzione?

di  Ezia Gali

nella foto: Precari manifestano in piazza

E’ da parecchi mesi che i 229 lavoratori Asu e Puc, impiegati presso Istituti e Dipartimenti dell’Università di Catania - compresi alcuni loro colleghi che operano presso il Policlinico - stanno conducendo una battaglia per ottenere una più dignitosa utilizzazione. Specialmente a partire dall’incremento delle attuali diciotto ore lavorative.
Per ottenere la stabilità, anzi, dal 5 gennaio scorso stanno effettuando un presidio permanente in piazza Università, dove hanno piazzato una tenda bianca, aspettando l’evolversi della complessa vicenda che li riguarda.

Già lo scorso 16 gennaio, nella sede della Presidenza della Regione siciliana, a Palazzo d’Orleans, è stata trattata la vertenza dei lavoratori ex Lsu e Puc attualmente in servizio nell’Ateneo catanese.
Alla riunione di Palermo sono stati invitati anche il rettore dell’Università di Catania, le segreterie provinciali delle Organizzazioni sindacali e il responsabile della Task Force Lavoro regionale Ciancialo.
Sul tappeto delle trattative appunto la stabilizzazione dei precari, attraverso l'estensione di quanto previsto dalla Legge finanziaria nazionale e dalle norme regionali per l’assunzione a tempo indeterminato, come avvenuto negli Enti locali sin dal 2002.

A condurre in prima persona la battaglia a favore dei precari siciliani l’on. Gianni Villari (Ds), il quale il 10 gennaio scorso ha presentato una interrogazione e una mozione per la soluzione del problema.
In totale, si tratta, come già detto, di 229 lavoratori, di cui 151 Puc, 34 Asu (ex art. 23) e 44 ex Lpu a carico del Fondo nazionale per l’occupazione.
La richiesta, in particolare, dei 151 lavoratori Puc (contratti di diritto privato), è di poter lavorare 36 ore a settimana.

«E’ senz’altro un fatto positivo – ci ha detto l’on. Gianni Villari – per cui confidiamo che si possa sbloccare la situazione dei precari dell’Università a partire dall’incremento delle ore di lavoro che aumenteranno da 18 a 36. Per il mio Ddl, chiederò l’appoggio di tutti i parlamentari di buona volontà di ogni schieramento. Siamo a fine legislatura: il Governo regionale faccia qualcosa adesso o non ci sarà più tempo. Sono, inoltre, certo che il Rettore darà dimostrazione di grande apertura».
Il riferimento di Villari è al Ddl n. 1098 presentato, insieme al Gruppo Parlamentare Ds all’Ars, nel dicembre 2005, che mira a trasformare tutti i contratti, in tutti gli Enti regionali e non, da Asu in Puc, istituendo graduatorie provinciali ad esaurimento, permettendo anche la stabilizzazione dei lavoratori precari dell’Ateneo di Catania.

Nell’incontro con i rappresentanti della Regione, «l’Amministrazione universitaria – rende noto in un comunicato - sosterrà la necessità di ottenere urgentemente gli strumenti idonei per rispondere alle richieste dei lavoratori e la predisposizione di un piano per definire i tempi e individuare le risorse finalizzate a ciò. Affinché si stabilisca una piattaforma comune che sensibilizzi con maggiore determinazione i governi nazionale e regionale, e si provveda a una rapida e adeguata soluzione complessiva del problema, l’Università ritiene molto importante il coinvolgimento in questa vertenza di tutte le organizzazioni sindacali, così come è stato confermato dagli incontri del 13 e 14 gennaio scorsi». Intanto all'Ars la V Commissione, composta dagli onorevoli Antonello Antinoro, Giovanni Villari, Lino Leanza, Domenico Giannopolo, e Nicola Baldari, continua a muoversi, scalettando audizioni in vista della predisposizione, entro il 15 febbario prossimo e sulle orme del Ddl 1098, un disegno di legge ad hoc che possa riordinare l'intera materia.


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