gennaio 2007 numero 61

attualitą
 Resta in carcere il radiologo Giovanni Mercadante,
docente all'Universitą di Palermo
La difesa ne aveva sollecitato la liberazione per sopravvenuti motivi di salute

di  Norman Narayan

nella foto: Giovanni Mercadante

Giovanni Marcadante, il radiologo deputato regionale siciliano di Forza Italia, professore associato all'Universitą di Palermo, arrestato con l'accusa di associazione mafiosa e voto di scambio, di cui ci siamo occupati sui numeri di luglio-agosto e di settembre resta in custodia cautelare, nonostante i sopravvenuti problemi di salute che la difesa aveva sollecitato a prendere in esame per una eventuale scarcerazione.

Dunque il Giudice per le indagini preliminari ha detto no, ma ha acconsentito al ricovero in una struttura carceraria ospedaliera di Avellino - dove attualmente Mercadante si trova - dopo le perizie e le consulenze di parte - richieste dagli avvocati Nino Mormino, Roberto Tricoli e Massimiliano Miceli del collegio difensivo - e le conclusioni dell'esperto da lui stesso nominato, che non hanno considerato incompatibili le condizioni dell'indagato con la custodia cautelare.

La necessitą da parte del Gip di rivolgersi a un esperto č stata motivata dal parere negativo espresso, sulla richiesta degli avvocati difensori, dal Pubblico Ministero Nino Di Matteo.
Il pool accusatorio - coordinato da Giuseppe Pignatone e di cui fanno parte Maurizio De Lucia, Michele Prestipino, Roberta Buzzolani e Domenico Gozzo - ha assicurato la chiusura delle indagini entro le prossime settimane.

La vicenda in cui č coinvolto il professore Mercadante - denominata "Operazione Gotha" per l'alto livello sociale del personaggio, ritenuto da molti, fino a poco prima dell'arresto, al di sopra di ogni sospetto (nonostante da tempo si vociferasse di una sua appartenenza all'"onorata societą") - riguarda i nuovi assetti della mafia in cittą e in provincia.
L'interrogativo che pesa sulla testa del docente palermitano č legato al suo ruolo all'interno del sistema criminale, che lo vedrebbe anello di congiunzione tra gli ambienti politici, professionali e imprenditoriali da un lato, e la mafia dall'altro.
Buona parte di responsabilitą per questo sospetto č dovuta alla parentela di Mercadante con il boss di Prizzi (paesino dell'entroterra palermitano) Tommaso Cannella: una parentela che scotta, essendo il mafioso cugino del radiologo per parte di madre. E Mercadante infatti nella sua tesi difensoria sostiene che č esclusivamente per questa parentela - di cui naturalmente non č responsabile - che č stato accusato di mafia.

Ora il caso passerą all'esame della Cassazione.


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