marzo 2008 numero 75

attualità
Andante lento, ma non troppo
 
Eppur si muovono i blog su questo giornale…

 

di  f. p.

Sull’editoriale del numero scorso avevamo scritto che i blog di questo giornale si erano fermati e che quest’immobilismo era la misura di quanto nelle Università italiane le cose non funzionino al di là e al di qua delle cattedre.
Ma il diavolo ci ha messo la coda: non avevamo fatto i conti con le… diavolerie tecniche di Tiscali, una delle due piattaforme scelte per i nostri blog. Che ci aveva bloccato alcuni post in attesa di pubblicazione.

Ergo, i commenti c’erano, ma aspettavano di poter apparire.
D’accordo, erano solo due: quello di Pip, che richiamando il post di Maisonikkoku su “Tor Vergata/Vergogna” del 28 gennaio, ha accennato alla malauniversità di Macerata, e quello di Aldo, che ho ricopiato in basso opportunamente ripulito per evitare denunce (in assenza di prove documentate) e anche per impedirgli attraverso un link da lui inserito di fare propaganda politica (ognuno ha le sue furbizie).
Aldo mette il dito su un’altra piaga: quella delle connivenze tra pubblico e privato, dove per privato si intendono i Centri di recupero didattico coi loro docenti di grido e coi loro sistemi – come dice Aldo - di “raccomandazione legalizzata”, e per pubblico le Università consenzienti entrate nel giro di questi “scambi di cortesie” (affronteremo meglio questo problema, se volete: anche questa è malauniversità).

A questi due post si è aggiunto, più recentemente, quello di Diana, che ci esorta a continuare perché stiamo facendo “un lavoro rivoluzionario” e perché “col tempo la gente verrà allo scoperto”.

Pochi? Pochi. Ma meglio un andante lento che una messa funebre.


… E questo è il post di Aldo:

“Abbiamo una scuola pubblica fatiscente e un università statale pure peggio. Professori universitari che sono dei veri Conti, dei veri Baroni che non lasciano mai il posto a nuove leve intellettuali.
Sono anni che all'università dove vado io c’ è sempre lo stesso professore di storia contemporanea con lo stesso volume, tra l'altro pessimo, perchè di manuali ne conosco di migliori.
Per non parlare della burocrazia che devi affrontare per fare la tesi, e devi ritenerti fortunato se hai trovato un professore disponibile a fartela sostenere.
Per non parlare poi di chi ti passa davanti pur non avendo studiato perchè va alla ( ) e roba simile e c’ ha la raccomandazione mentre gli altri magari vengono trattati con estrema severità con l'obbligo di frequenza, con ricatti morali che non sto a dire. Tutto questo non mi sembra giusto soprattutto quando vedo che in Europa ci si laurea molto prima e per dare la tesi le cose non sono così difficili per non dire impossibili, e sopratutto non esiste un sistema di raccomandazione legalizzata come le ( ).
Sono stato vittima di ritorsioni solo perchè non avevo frequentato tutto il corso per motivi familiari. Il professore che mi sono trovato davanti non si è dimostrato per nulla unanime nei confronti della mia situazione e dei miei problemi. Inoltre a lezione ero costretto ad assistere seduto per terra per insufficienza di posti a sedere quando io soffro di artrite reumatoide psoriasica. Che dici mi faccio rimborsare?!”


 


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